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Cantine Orestiadi, una degustazione di vini in Sicilia

Cantine Orestiadi

 

Il vino alle Cantine Orestiadi non sa di tappo, ma di arte e territorio.

 

Sono Francesco, CEO di Sicily Rent Car ed i viaggi in auto sono da sempre la mia passione. Quando ho creato la mia compagnia ho sentito che era arrivato il momento di riscoprire la mia terra e condividerne le bellezze.

 

In questo articolo ti racconto dei profumi che si respirano alle Cantine Orestiadi, delle opere d’arte che ti stupiranno all’interno del Baglio di Stefano e dei vini che hanno un sapore diverso in base al colore della terra.

Cantine Orestiadi, Gibellina

Cantine Orestiadi

 

All’interno delle Cantine Orestiadi sentirai aria di rinascita.

 

Si respira quell’ energia che ha trasformato la cittadina dopo il terremoto del 1968 e l’ha vista ricominciare, con la forza di una fenice, a partire dal Cretto di Burri.

 

Anche le Tenute, nate nel 2008 dall’unione della Fondazione Orestiadi e delle cantine Ermes, hanno il desiderio di far rivivere la cultura e le tradizioni siciliane attraverso il vino.

 

Nel 2018 incontrano La Gelsomina, cantina d’eccellenza etnea che condivide lo stesso amore per il territorio e con cui nasce una collaborazione.

Arte e Vino

Cantine Orestiadi

 

Che altro potevamo aspettarci allora dalle Tenute Orestiadi? Gibellina vecchia è praticamente un museo a cielo aperto ed è in quest’atmosfera che i vigneti affondano le loro radici.

 

Anche il Baglio di Stefano è stato ricostruito dopo il terremoto e ti stupirai al suo interno, ritrovandoti a respirare arte e mosto.

 

Nel Barriques Museum ho potuto chiacchierare con Annapaola, che mi ha raccontato di come è nata la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e della loro scelta di unire la cultura enologica a quella artistico-visiva.

 

Un’esperienza interessante quella di degustare un bicchiere di vino mentre ammiravo i tondi d’autore decorati  e applicati alle barriques (le botti di vino, da qui il nome della barricaia).

Valle del Belìce: sfumature di terre e vini

Mi sono lasciato trasportare in giro per la Sicilia dal racconto di Annapaola, che mi ha spiegato le caratteristiche dei terreni e la nascita dei vini della cantina. Terra rossa, bianca e nera si incontrano nella valle del Belìce, per creare un vino adatto ad ogni palato e con un salto di 200 km sono arrivato a sentire tra le mani la terra lavica, nel gusto particolare dei vini Etnei.

 

Terra Rossa:

Un terreno carico di micro elementi ferrosi , ricco di sabbia e di scheletro (pietre). In questa terra nasce il Perricone: il suo secondo nome è infatti Pignatello, proprio in relazione alle “pignate”, che in siciliano indicano le pentole fatte con la stessa terra rossa.

 

Terra Nera:

Un terreno ricco di sostanze limo-argillose, compatto e resistente alla siccità. Il terreno è perfetto sia per la bacca bianca che rossa ed è qui che nasce il fiore all’occhiello della cantina, l’Orestiadi Ludovico. Il vino è dedicato a Ludovico Corrao, presidente della fondazione ed ex sindaco della città di Gibellina. Sarà la sua storia ad avermi influenzato, ma il Ludovico è il vino che anche io ho apprezzato di più.

 

Terra Bianca:

Un terreno di media compattezza e con una componente altissima di calcare e gesso. Questo terreno è ideale per la coltivazione dei bianchi autoctoni come Grillo, Zibibbo, Inzolia, Catarratto e Grecanico.

 

Terra Lavica:

Il terreno dell’Etna è al tempo stesso lavico ed argilloso, la “gghiara” come la pronunciano gli etnei. Qui nascono i vini autoctoni del vulcano, come Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Moscato dell’Etna.

 

So cosa stai pensando….

 

“Ma come ha fatto a ricordare tutti questi particolari?”

 

Non preoccuparti, in realtà ho solo fatto un ripasso veloce qui prima di raccontarti della mia giornata!

 

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  • Auto utilizzata: CITROËN C3
  • Consumo: 35€ per il viaggio
  • Km percorsi: 198 (andata e ritorno da Palermo)
  • Distanza dagli aeroporti vicini: 70 chilometri dall'Aeroporto di Palermo